La giornata doveva andare diversamente ma vista la scarsa presenza di ristoranti nella zona, abbiamo dovuto modificare i piani e mi sono ritrovato solo soletto. Scoprendo poi, ma non ne avevo la piu’ pallida idea, che all’interno della manifestazione ci fosse ristorazione, di che tipo non mi e’ dato sapere. Certo che dopo la sbornia del giovedi’ alla manifestazione teoricamente piu’ importante a Verona non e’ che ne avessi molta voglia, ma la prospettiva di conoscere nuove aziende e assaggiare vini biologici e biodinamici di medi, piccoli e piccolissimi produttori ha innescato in me il pilota automatico vitivinicolo. Sono arrivato verso le 10.30, parcheggio trovato in due secondi. Il salone si presentava gia’ pieno di vita. Piccoli banchi d’assaggio, tanti appassionati, ambiente lucente, fresco, ospitale, molto free e produttori ben disposti, (quasi tutti), a fare due chiacchiere col sottoscritto. Prossimamente mi addentrero’ meglio nei singoli assaggi che ho fatto, oggi invece vi faro’ una rapida carrellata delle aziende che ho conosciuto.

L’inizio e’ stato semplicemente devastante, folgorato sulla via di Cerea, Nino Barraco da Marsala. Nessuna botte utilizzata, vini di una personalita’ fuori dal comune.Mai bevuto in vita mia un Grillo in purezza con 6 anni di eta’ cosi’ pulito, buono e fresco, mai sentito prima il Milocca vdt, vino da uve stramature credo annata 2006, nero d’ avola dolce senza controllo della fermentazione, senza chiarifiche, insomma incontrollabile, ma monumentale, 16 + 1.5% che non si sentono. Tutti vini di una semplicità imbarazzante, ma con potenza e struttura da primi della classe. Come del resto tutti i successivi. Az. Agr. Casebianche di Torchiara in provincia di Salerno, 12000 bottiglie prodotte, incredibile il Cumalè Fiano Igt del quale parlero’ molto presto come del suo collega cantiniero Cupersito Aglianico Cilento Doc, tutto abbinato ad una gentilissima proprietaria, che non e’ quella sotto. Come non citare poi gli assaggi dei produttori piu’ conosciuti come Dario Princic (Ribolla 05 e Tocai 07), Emidio Pepe (Trebbiano 2004), Haderburg (spumante metodo classico), Fattoria di Bacchereto (Carmignano 06 Terre a Mano), ma l’aria che si continuava a respirare gridava novita’, novita’. E novita’ e’ per me Bea Paolo, produttore
umbro di Sagrantino e altro. Arboreus 2006 l’ottimo inizio seguito da tre rossi buoni, ma, caratteristica che ho notato in entrambe le fiere, troppo giovani per il mio palato. Nel bianco spiccavano note di frutta bianca matura e limone, davvero un Grande. Grande come potrebbe essere il terreno dell’ Isola di Capraia se non fosse che ha un’ unica Cantina, anzi non e’ proprio di per sè una cantina, ma solo vigneti, perche’ la vinificazione viene fatta all’ Elba. Si avete letto bene e non mi sono addentrato oltre a fare domande, ma e’ possibile che questi non trovino nessuno che li aiuti sul continente? Mah. Comunque l’ Aleatico toscano Rosato 2009, beverino se ce n’e’ uno e profumatissimo, mentre l’ Aleatico toscano Passito 2008 estrae dal cilindro profumi e struttura veramente notevoli. L’azienda si chiama La Piana e della serie ” anche l’occhio vuole la sua parte ” la gentile Signora/ina che erude tutti noi e serve i calici si lascia guardare notevolmente, ma non e’ quella nella foto. Nella foto invece ci metterei il personaggio

de l’Azienda La Distesa di Cupramontana. Forse infastidito da una presenza femminile o forse dalla fame, non sembrava molto interessato a servir vini ma pensioeroso per i fatti suoi. Dell’umore ne risentiranno anche i vini?. Buonissimo ” Gli Eremi 2007 ” Verdicchio classico superiore, discreti gli altri. Tutt’ altra impressione umana, olfattiva e gustativa mi ha invece fatto la prodruttrice Picena Clara Marcelli con un buonissimo Corbu’ Igt Marche rosso.

Visto che in queste situazioni piu’ che tiranno il tempo e’ proprio stronzo ho preso in mano la brochure tipo manuale, consegnatami all’ingresso, con tutte le aziende segnate e spazio per segnare gli appunti di degustazione, EVVIVA, EVVIVA, FINALMENTE, sono andato ad assaggiare qualcosa di nuovo, qualcosa che non avevo mai odorato e degustato in vita mia, i vini dei colli tortonesi. Due chiacchiere con il giovanissimo proprietario dell’azienda e siamo quasi parenti, nel senso che si chiama Andrea Tirelli, cognome molto avvezzo alle zone carpigiane ed infatti il nonno paterno era o e’ originario proprio del mio paesotto. I vini fortunatamente sono tutt’altra cosa. Molto buono il Druid, cortese fermo, emozionanti e passionali il Dolcetto e la Barbera. Intriganti, giovanissimi, di una tipicita’ assoluta con beva gia’ pronta ma stagionare male non gli fara’. Ottimo tutto fin d’ora, ma la perla l’ho lasciata per il finale: Philippe Pacalet. Ho assaggiato solamente, ma volutamente, il Pommard Premier Cru 2007, gia’ ora inarrivabile, vini di una crudezza e semplicita’ unica. Purtroppo e’ stato l’ultimo assaggio, ho atteso una decina di minuti trangugiando circa un litro d’ acqua per evitali spiacevoli ” ritiri ” e sono ripartito. E’ stata una bellissima festa dedicata al vino naturale, organizzata bene, fluida con gente simpatica. Complimenti vivissimi all’organizzazione. Giornata vinicola memorabile.
Massimo Barbolini