Trattoria di Via Serra Via Luigi Serra 9/b – Bologna –
0516312330
Aperti dal martedi sera alla domenica sera

Amicizie fidate ( ah ah ah ah ) mi hanno fatto raggiungere questo nuovo indirizzo nel cuore ( più o meno ) di Bologna. Flavio e Tommaso avevano l’ Osteria del Sole a Zocca l’hanno venduta e si sono ” abbassati “, come altimetria, al livello del mare. Il ristorante si trova dietro la stazione centrale, motivo in piu’ per andarci in treno, dato che raggiungere Bologna in auto in giorno feriale, tipo ieri per strada normale, richiede, da Carpi,  circa 1 ora e 30 minuti d’ improperi. Entrando la prima sensazione che si prova e’ quella di essere a casa di amici, l’ odore del brodo, della pasta, della ricotta inebria l’ olfatto, l’ arredamento shabby chic, semplice, adatto e curato in ogni dettaglio dà una sensazione di calore domestico.Tre sono le sale dove e’ possibile desinare: una di fianco alla cucina facendo 4 scalini ( già mi proietta al prossimo pranzo domenicale con la banda dei miei scalmanati enogastroappassionati ) le altre due attigue all’ ingresso. Noi veniamo fatti accomodare nella prima sala a sinistra dove sulla parete c’e’ una lavagna coi piatti del giorno fuori menù, prezzi compresi. La carta dei vini e’ al momento in gestazione, qualcosa c’e’ , altro manca, ma col tempo e con le idee che mi ha anticipato Flavio, penso che aumenterà di qualità e di gestibilità del cliente. Quale e’ quel povero enoappassionato che non sbava all’ idea di poter scegliere dallo scaffale, anzichè dal supporto cartaceo, la bottiglia da scolarsi a tavola? Dunque, dicevamo, la lavagna col cibo, da standing ovation i tortelli burro e salvia con ripieno di ricotta di bianca modenese, attenzione rischiate di piangerci sopra dalla gioia e alterare la sapidità del piatto. Vogliamo poi parlare dei tortellini in brodo? Posso dire? Eccezionali, ma il brodo? Ma il brodo? Buono, buono, buono anche di piu’. E l’ assaggio di zuppa imperiale? Imperiale appunto. Gia’ con questi tre piatti si e’ alla metà della scala orgasmicolettica delle pietanze emiliane, poi arrivano le mai cosi’ abbastanza benedette Crescenti con cunza e salumi e soprattutto una fettazza di coppone alla brace accompagnata da una giardiniera che farebbe impallidire anche Giorgione e il suo orto. Insomma se non e’ ancora abbastanza chiaro era un pò che non godevo cosi’ tanto per una serie di piatti di questa qualità. Ma non e’ finita, il percorso degno dello Zoncolan ci propone anche un fantastico gelato al caffè e una cosa per la quale devo spendere due parole. La Torta Benassi al cioccolato. Ebbene si, non ho problemi a scrivere che cioccolato lavorato ad arte come in questo caso l’ ho trovato solamente nella Capitale da un cuoco tedesco oramai naturalizzato italiano, dolce straordinario.
Come tutte le belle cose siamo arrivati alla fine, pranzo a dir poco memorabile. Il vino in questo caso deve fare da comprimario perche’ l’eleganza e la complessità dei sapori del cibo non devono essere coperti da strutture importanti, quindi in tavola sono arrivati la buonissima Malvasia dei Colli di Parma annata 2010 di Camillo Donati e un calicino di Rubrum Cor Laetificans di Floriano Cinti, vino rosso passito da uve merlot, pinot nero e cabernet sauvignon. Ristorante che non posso fare altro che consigliarvi, Flavio e Tommaso sono una famiglia e hanno trasmesso già in poche settimane alla trattoria quello che manca nella stragrande maggioranza dei locali ( compreso il mio ): amore, dedizione, passione.
Massimo Barbolini
P.s. Se prenotate per il sabato a pranzo verificate la presenza di un losco e notissimo Avvocato, rimasto single perche’ il suo socio si e’ accoppiato eterosessualmente, che cercherà di propinarvi lambruschi, che tali non sono, ma quel che e’ peggio, IMBEVIBILI 😀