E’ sempre un piacere entrare in questo tempio della cucina modenese, dove diciamo la verità, oramai ci sentiamo a casa. L’occasione e’ data dalla serata intitolata” Il Pesce di Mare “. L’ arredamento moderno e la musica in sottofondo ci fanno immergere in atmosfere newyorkesi.Prima di cominciare veniamo fatti accomodare, come sempre accade, in tavoli, molto ampi per 4 persone.Sfogliando la carta dei vini, i prezzi sono buoni, ma la suddivisione regionale andrebbe semplificata e sicuramente ampliata.Ci vengono serviti gli immancabili grissini al sale e un benvenuto dello chef, tartare di ricciola con pasta sfoglia e gaspacho sottostante, discreto. Come antipasto iniziamo con tartara di alici e capriolo, finocchio, senape, germogli di porro, croccante di pane. Tendenzialmente niente da sapore al piatto, le alici stranamente sono neutre, il capriolo dolce, la senape presente in minima parte. Piatto decisamente anonimo. Continuiamo con il cacciucco, “rivisitazione” del famoso piatto livornese, che in questo caso viene servito con un “brodo” caldo di pomodoro bianco. L’idea e’ quella di portare alla cottura il pesce versando lentamente il succo,materia prima straordinaria, ma piatto decisamente normale. Amando spassionatamente il cocktail di gamberi aspetto con ansia il prossimo piatto, che purtroppo non ci viene spiegato, non che ce ne fosse bisogno, ma e’ sempre piacevole sentirselo enunciare. Interessante ed azzeccata, la variante del gambero quasi crudo. Passando ai primi iniziamo con gnocchi di patate in guazzetto di molluschi, coriandolo, yogurt allo scalogno. Molte perplessita’ anche qui. Il piatto di per se non ha grossi difetti, ma a chi come me piace il gusto forte rimane leggermente deluso. Prima di passare ai secondi ci vengono serviti degli ottimi maccheroncini con piovra e stracciatella, crema di porro (dall’ aspetto sembrano più tortelli!). Forse troppo prezzemolo ,ma ripeto, veramente ottimi. Come unico secondo rombo cotto a 55 gradi, spuma di patate, erbette, crema di castagne,olio di tartufo nero. Il piatto sarebbe come al solito ben fatto, se l’olio non strangolasse tutti gli altri sapori. Come dolce ci viene servito uno sformato di pere, ricotta, agrumi, crema al vin santo. La verita’: deludente, gli ingredienti probabilmente non si sono amalgamti bene, le pere non esistono e l’unica cosa che si sente e’ la ricotta. Per finire piccola pasticceria, ottima, con superalcolici di nostra richiesta serviti con un “bonus” per la cioccolata e un caffè che non è all’ altezza di un ristorante stellato. Come considerazioni finali possiamo dire, in amicizia, che da Luca ci aspettiamo sempre di più, essendo un cuoco strepitoso e in serate come questa sentiamo nostalgia di piatti che lo hanno reso famoso come “l’ insalata di pollo con uova Monica Maggio”, il piccione, gli allenamenti sensoriali o il sublime agnello!! Ma per adattarci meglio alla situazione abbiamo bevuto:
Perle’ Nero Spumante Metodo Classico 2002 F.lli Lunelli
Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 1999 F.lli Lunelli
L’ora Felice 2007 Malvasia Passita La Tosa

In ogni modo, Grazie di cuore a Luca Marchini perchè ha il coraggio di osare a costo di non accontentare qualche palato “rompiballe”come il mio.
Giorgio Righi aka Harmonica