Una delle pietre miliari della cucina bolognese, 43 anni che sforna piatti e mesce vino, facile da trovare perchè sulla strada che da Pieve di Cento porta a Bologna, all’ altezza di un semaforo e’ impossibile da non vedere. In cucina c’e’ la mia forse coetanea Alessandra e devo dire di averla trovata in grandissima forma soprattutto su alcuni piatti. L’ ambiente del ristorante e’ caldo ed estremamente familiare, la sala dove pranziamo e’ molto ampia con vetrate che danno sulla strada, termosifoni fortunatamente accesi. Il viaggio vale solamente per la zuppa di fagioli, si avete letto bene e la foto non vi tragga in inganno, perchè la zuppa e’ all’ interno del raviolo. Gia’ assaggiato ma con ingredienti diversi in altri lidi, questo piatto amalgama bene il tutto e si abbina perfettamente con il ragu’ di costine. Molto fresca ed intrigante la tartare di capriolo con la maionese fatta con patate e olio extravergine di oliva che si unisce perfettamente. Buono il Polpo e altrettanto valido il filetto di Branzino. Forse il piatto meno riuscito e’ il petto d’anatra ma e’ anche vero che ero proprio pieno come un uovo, ho dovuto fare un sforzo gastronomico per iniziare il piatto, la carne era eccessivamente pastosa, caratteristica di questo tipo di piuma, ma il sapore era quasi inesistente. Poi la presenza delle castagne intere non mi ha entusiasmato piu’ di tanto, ma sono piccole balle del sottoscritto. I tempi di attesa sono consoni ad un ristorante di questo livello, anni addietro prese la stella gommata, cioe’ slow food e ci mancherebbe. Il servizio e’ sempre molto cortese, non invadente e non mette nessun tipo di pressione. La carta dei vini e’ anch’ essa adeguata al locale, molto Piemonte, poche Marche, qualche Biodinamico/Biologico importante, forse qualche prezzo esagerato ma il succo e’ buono. Ho bevuto il Merlot di A. Maule, produttore di vini naturali senza aggiunta di solforosa e rispettoso del territorio, buon vino ma onestamente niente di più. Unico grande pregio la mancanza totale di sentori di botte, finale quasi inesistente ma riproverò, magari annate più vecchie. Chiudo il pranzo come ultimamente mi capita spesso con un buon Pedro, cioccolatini squisiti e un buon caffè. Decisamente al di sopra della media, materia prima giusta, bella mano in cucina, forse qualche ingrediente di troppo, ma difficile da criticare, anzi. Conto di 130 euri per due persone. Bel pranzo.
Massimo Barbolini


Un buon Merlot


Tartare di capriolo con burro d’olio al sale speziato e pane caldo

Polpo al vapore con insalata di sedano e fagioli cannellini

Zuppa di fagioli in ravioli con ragù di costine di maiale al rosmarino

Filetto di branzino al lemongrass con carciofi trifolati al timo

Petto d’anatra cotto a bassa temperatura con porcini, mirtilli, castagne e zenzero


Cioccolatini Valrhona