La seconda parte in qualche modo riparte dalla prima nel senso che siamo sempre da Thierry Germain e parliamo dei suoi bianchi, tutti rigorosamente a base Chenin Blanc. In alcune annate produce un Clos del quale purtroppo non mi sono segnato il nome che viene venduto nelle enoteche della zona a circa 45€, prezzo caruccio direte voi. A me interessa parlare approfonditamente del vino che mi ha fatto scoprire questo meraviglioso produttore che risponde al nome de ” L’ Insolite “. Fermentazione alcolica in botti da 12 hl e affinamento sui lieviti per 12 mesi mantengono le caratteristiche del frutto e della mineralità che il terreno dona all’ uva. La maturazione procede lentamente coniugando alla perfezione anche il legno che in fase di degustazione e’ difficilmente percettibile. I sentori sono ben delineati e sprigionano cascate di lime, pompelmo, menta, bergamotto e pesca. In bocca e’ apoteosi di acidità con una dolce freschezza, lungo, persistente, armonioso e di una beva incredibilmente facile e sicura. Tutte e 3 le annate assaggiate presentavano caratteristiche pazzesche. Un vino mondiale, un vino indimenticabile, qualcosa di veramente unico, strepitoso. A 17€ in enoteca e’ uno dei migliori bianchi che abbia mai assaggiato in vita mia, decisamente uno dei primi 5. Sono ancora stordito al pensiero di quella bottiglia del 2011, Mamma mia che vino..Passata la sbornia ci siamo seduti a tavola con l’ intera famiglia per mangiare una buona zuppa di verdura, qualche fetta di salume e degli ottimi formaggi, tutto accompagnato dai vini del Domaine e da due sorprese delle quali Thierry ci ha voluto omaggiare: Michel Chevry e Andrè Tissot, anch’ essi biodinamici, produttori rispettivamente di Clos de Cotard il primo, sempre Chenin Blanc unico vino prodotto, strettissimo collaboratore di Germain e presente alla nostra visita e dell’ intrigantissimo Arbois Chardonnay La Mailloche 2004 il secondo, questo prodotto nella zona dello Jura. Entrambi vini interessanti, molto complesso quello dello Jura, straordinariamente bevibile quello di Chevry. Finita la visita ritorniamo verso l’ albergo consci di aver assaggiato dei grandi vini in tutti i sensi ; per beva, consistenza, profumi, evoluzione, frutto, corpo ma soprattutto D I G E R I B I L I T A’. Confrontare le varie realtà francesi e’ abbastanza difficile ma di certo le caratteristiche organolettiche dello Chenin Blanc di questa zona sono molto simili ai Riesling dell’ Alsazia, detto anche dal padrone di casa. Quindi grandissime acidità, grandi sentori fruttati, qualche accenno di richiami vulcanici ( bella questa ) e in tanti casi longevità quasi incontrollabile. Detta cosi’ sembrerebbe una eresia, ma aspettate la terza parte per conoscere la vera grande scoperta della Loira, vi dò un indizio: Vouvray.

Massimo Barbolini

L’ ingresso della Cantina
 Le botti dove riposa L’ Insolite