Nel solito giro che a novembre ci porta in Langa abbiamo deciso di pranzare, approfittando della festa di Ognissanti, in questo devo dire stupendo ristorante, sia come location, costruzione, panorama e arredo. Si sta proprio in collina, sopra ad Alba e il tavolo che ci viene proposto e’ proprio vicino alla finestra dove e’ possibile ammirare tutta questa meravigliosa zona compreso il sole caldo che non guasta affatto. La proposta culinaria e’ estremamente interessante: un menu’ ovviamente dedicato al tartufo, uno nominato ” da nord a sud ” e la carta che spazia dalla carne al pesce con piatti della tradizione piemontese e no. La carta dei vini e’ in continua evoluzione e non aggiornata, peccato perché sono cose che in un ristorante di questo livello a me non stanno piu’ bene. Accetto le scuse della gentilissima ( all’ inizio ovviamente infastidita dalle mie richieste inevase, sembrava che avessi scelto i vini assenti apposta 😀 ), responsabile della cantina e bevo altro, nessun problema, ma ripeto comincia a diventare insostenibile e ingiustificabile tenere carte dei vini enciclopediche e poi non avere le bottiglie da servire al tavolo….. Comunque, il pranzo e’ stato di livello eccellente con punte di orgasmo culinario per il capretto della Bisalta, il piccione e soprattutto la pasta di Gragnano con fagioli e frutti di mare. Uh che buona, ma che buona. Ottima anche la selezione ( e la quantità ) dei piatti non richiesti o amous bouche o benvenuto dello chef o o o o chiamateli come volete. In sostanza una grande cucina fatta da una mano giapponese, eh sì,  perché trattasi di Masayuki Kondo giunto nel Belpaese nell’ anno del Signore 2004, che ha girato tanti bei ristoranti in Langa e no, prima di accasarsi qui. Inoltre da qualche anno e’ in essere una collaborazione con lo chef Antonino Cannavacciuolo e ciò non puo’ far altro che bene. Ma oltre al cibo che si e’ bevuto? Folgorato sono stato! Da cosa? Beh, innanzitutto dallo strepitoso metodo classico di Chenin Blanc servito in aperitivo che importano loro stessi dalla Loira. Poi dal commovente e prontissimo Nebbiolo Santa Rosalia 2009 di Brezza, seguito a ruota, sempre dello stesso produttore, dal Barolo Cannubi 2001 ancora giovane, acerbo ma che al palato denunciava già una eleganza da top model, probabilmente bevibile anche tra 50 anni. Per chiudere, con il miglior Moscato d’ Asti che io conosca, Bera, annata 2010, bollicina ancora ben marcata, profumi aromatici e ottima persistenza. Scelta dei vini casuale ma molto ben azzeccata. Finiamo con gli strepitosi dolcetti dello chef e i canonici caffè.  Conto di 80€ a persona, con qualche dimenticanza ( la grattata di tartufo e 5 calici d’ aperitivo ), non sapendo se volute, delle quali però ci accorgiamo il giorno dopo. Nel complesso, consiglio vivamente la visita, stella Michelin più che meritata, si può anche dormire.
 
Massimo Barbolini
 
 Dolcetti di fine pasto 1
 Tajarin all’ uovo con salsiccia di Bra
 Piccione arrostito, lampone, cioccolato e fegato grasso d’anatra
 Uno strepitoso Nebbiolo di Brezza
 Benvenuto dello chef per intolleranti 
 Gamberi rossi scottati, maionese e conserva di funghi porcini
 Dolcetti di fine pasto 2
 Tonno di coniglio, verdure sotto aceto e purè di funghi porcini
 Intermezzo dello Chef 😀
 Apoteosi Barolo Cannubi 2001 Brezza, per i feticisti bottiglia numerata
 Dolcetti fine pasto 3
 Un grande Moscato annata 2010
 Carne cruda di Fassone Piemontese battuta al coltello, 
topinambur e parmigiano
 Nebbiolo
 Pasta mista di Gragnano con fagioli di Saluggia e frutti di mare
Pura Libidine 1
 Capretto della Bisalta profumato al fieno di montagna e verdure autunnali
Pura libidine 2
 Intermezzo dello chef 
 Guanciale di manzo cotto a bassa temperatura e soffice di polenta