Vho’ o non Vho’? Il quesito della domenica mattina era questo. La temperatura sconsigliava l’ora abbondante di macchina che separava il mio paesotto da Piadena, ma pensandoci bene era passato troppo tempo, non ricordo esattamente, dall’ ultima visita e perciò convinta la mia dolce metà siamo partiti. Il viaggio e’ andato molto meglio del previsto, per forza il navigatore non era Renault, poca gente per strada, poco traffico e in men che non si dica siamo arrivati. Piadena si trova se non erro sulla statale che collega Mantova a Cremona, facilmente raggiungibile dall’autostrada A22 se venite dai discendenti di Virgilio, pure se arrivate dalla città di Tognazzi. Il ristorante e’ appena dentro la frazione di Vho. Trattoria tipica di queste zone con tavoli in legno, sala ampia con circa 35 coperti, fresco senza condizionatore, gentilezza e professionalità dei proprietari. I menù sono presenti scritti ma in via del tutto eccezionale preferisco sentirli a voce. Dire che ci sono leccornie per tutti i palati non rende bene l’ idea, ovvio che ci sia un occhio, forse entrambi, per la cucina mantovana dei nostri ed altri tempi. L’ inizio e’, come sempre mi capita, dedicato ai salumi, grandissimo culatello, ottimo il salame e tutto il resto, compresi dei carciofini nature e del sedano con la maionese. Golden Globe per le semplicissime cipolline quasi agrodolci. Come primo io mi lascio attanagliare dai bigoli con le sarde, piatto estremamente saporito ma con una cipollina bianca che funge da contrasto dolce in un melange di sapori straordinario. Eccezionali anche quelli con verdure estive e culatello. Due primi piatti decisamente sopra la media delle ultime uscite gastronomiche. Proseguiamo con le pietanze entrambi perché nonostante i piatti proposti possano sembrare unti, grassi e difficilmente digeribili, la realtà e’ ben altra. Io propendo per un incommensurabile Baccala’ con pomodorini ed aromi fatto come meglio non si puo’, mentre l’altro secondo trae le sue origini da una antichissima ricetta mantovana del 500′, pollo in agresto con frutta acerba, menta e mostarda di anguria verde, anch’ esso da ricordare per la semplicità e bontà. La cosa sorprendente, mi ripeto, e’ la leggerezza dei piatti. Ipotizzo uno scarso utilizzo del burro perché anche a fine giornata nessuna pesantezza. Buone anche le verdure di contorno. Capitolo vini: qui mi sono lasciato consigliare da Omar e devo dire che ho scoperto tre vini davvero interessanti. Uno, lo spumante Dom Cabanon brut, da uve chardonnay, pinot nero e sauvignon , provenienza Oltrepo’ Pavese, non sboccato e senza aggiunta di lieviti, veramente interessante. Secco, tanto secco, a me molto gradito. Il secondo un Gutturnio fermo dell’ Azienda agr. Cardinali di Castell’ Arcuato dal nome Nicchio 2008, come la contrada senese, gradazione alcolica importante, ottimo bouquet, elegante gia’ ora al palato, molto lungo e persistente. Interessante la nota di cedro. Per ultimo, ma non per ordine d’ importanza, il Tango di Camillo Donati, malvasia passita della quale parlerò a parte per motivi di commozione e pianto. Dimenticavo un piccolissimo assaggio del Turbe Moscato di Pantelleria di Salvatore Murana, grande chiusura accompagnata da un piccolo assaggio di sbrisolona da urlo. Caffè (ottimi) finali e festeggiamenti ferragostiani quando paghiamo il conto. Cosa aggiungere? Tappa impossibile da mancare per un Appassionato che si rispetti. Ho scorso leggermente la carta dei vini e ci si può divertire con poco. Omar e’ un personaggio davvero simpatico, preparato, educato e competente. Il servizio e’ sempre puntuale e mai invadente. Prima o poi qualcuno avrà il coraggio di creare una trattoria così anche da noi? Cerco finanziatori………
Massimo Barbolini
Ti leggo sempre con molta attenzione… che dire un giorno spero di passare da quelle parti e saprò sicuramente dove andare e rifocillarmi…. 😉
Magari lo faremo insieme Brother. YNWA.