Per quale motivo scrivere ancora di questa Trattoria? Perche’ la cucina continua in modo eclatante a migliorare. E’ l’unico posto che quando viene nominato, stimola il mio appetito gargantuesco. Naturale che telefonare al venerdi’ mattina per chiedere due posti per la sera stessa poteva essere rischiosissimo, ma anche qui Giancarlo e Matteo si dimostrano due persone estremamente umane. Il tavolo c’e’. Partenza ore 20.00, sempre che il mio compagno di merende sia puntuale. Miracolo solo 7 minuti di ritardo. E Patatone rosica…(ma si e’ rifatto il giorno dopo). I soliti 40 minuti di viaggio e arriviamo. L’umanita’ dei ristoratori si dimostra dal fatto che il posto non ci sarebbe stato davvero. Il tavolo e’ nella saletta bar, la piu’ scomoda, ma attenzione, non per noi. La viabilita’ delle corsie del Ristorante e’ compromessa dalla presenza del nostro luogo ludico ed e’ per questo che una lacrimuccia capolina la palpebra. Dopo i doverosi ringraziamenti, aggiungo che la motivazione principale di questa visita (scusa inverosimile) e’ l’intento del mio amico Luca di rubare qualche segreto culinario, avvicinandosi la data del suo ritorno ai fornelli dopo circa una decina di anni. Sara’ abbondantemente accontentato.
L’inizio e’ devastante come al solito. La solita frase, ” due scaglie di grana ed un po’ di pancetta ” sono il fischio d’inizio di una nuova straordinaria galoppata culinaria. Pancetta arrotolata di 24 mesi e Parmigiano Reggiano di Coloreto, letteralmente da leccarsi i baffi. Non dovete neanche fare la fatica di masticare, perche’ il tutto si amalgama e si scioglie in bocca.
Le strade vinicole sono diverse. Io propendo per una ottima Barbera 2005 di Vajra. L’inizio nasale molto chiuso e opulento non rende giustizia ad una bocca veramente estasiata, lunga e persistente. Ottima bottiglia. Comincio a ri-amare il Piemonte.
Lo chef si butta su un Prosecco di Conegliano Valdobbiadene Doc Prima Volta dell’ Azienda agricola Giavi per di piu’ Extra Dry. Tipologia di vino che non mi fa impazzire, ma tecnicamente riuscito. Palato globalizzato e sicuramente prodotto che arruffiana. Piace. Finito il dibattere
vinicolo, arriva la prima vera pietanza. Risotto al sottobosco con lumache e funghi porcini di Borgotaro. Il top della serata. Fin da subito la mano di Matteo ci regala un piatto che rimarrà nei miei personalissimi annali. Equilibrio, intensita’, sapori delicati, lumache perfette e porcini abbondanti e quasi croccanti. Non trovo le parole giuste per descrivere questo piatto. Un insieme di sensazioni olfattive e gustative inebrianti. La porzione non e’ mai abbastanza..
Passato l’euforia ci gettiamo sui secondi. Un’ ottima sella di maialino da latte a cotenna morbida con gelatina di scalogno e mela al forno arriva sul nostro tavolo. A parte la delicatezza della carne, non sono necessarie le posate, rimango stupito (positivamente) dalla dolcezza e dalla consistenza della cotenna. In seguito Matteo ci spieghera’ la cottura che colmera’ la lacuna tecnica del mio palmares. Anche qui siamo vicini alla perfezione.
Io invece assaggio un altrettanto invitante e buono Brasato con polenta croccante. Anche qui poco da dire. Chi ben comincia e’ a metà dell’opera. Utilizzando materie prime straordinarie e’ difficile che si riesca a rovinarle in cucina. Mumble Mumble, qualcuno ci riesce adesso che ci penso.
L’ingordigia ci assale e il cotechino con crema di lenticchie di Castelluccio e cipolline in aceto balsamico arriva. Finalmente, scrivo finalmente, un piatto che non mi ha particolarmente entusiasmato. Il cotechino non era sicuramente dei migliori, ma credo che sia stato piu’ il caso che la qualita’ della materia prima. Non ho idea di quanti ne cuociano ma credo possa capitare di trovarne uno piu’ ” maializzato “di un altro. In poche parole assaggiandolo da solo aveva un sapore, mischiandolo alla crema ne assumeva un altro. In nessuno dei due casi era nelle corde giuste del mio palato.
Comunque, ci siamo ampiamente rifatti con uno splendido tiramisu’ scomposto, notevole, almeno cosi’ dice il mio socio, perche’ non me ne ha lasciato neanche un cucchiaino..Viste le mie imprecazioni, gli umanissimi, mi ripeto, ragazzi del ristorante ci portano
un piccolissimo assaggio di zabaione con sbrisolona, abbinato a quella meraviglia che e’ il Negrese Malvasia Passito Colli Piacentini DOC . Note di fichi secchi e albicocca passita si legano con questo dolce in modo indescrivibile. Una chicca vinicola che mi vanto di aver scoperto.
La foto finale rende omaggio ai due umanissimi proprietari, quelli in bianco, e ai due beoni che hanno fatto questo reportage gastronomico. Manca il Magico, ma venerdi’ ha avuto il suo da fare in sala. Non decantero’ mai piu’ le gesta di questa Trattoria, almeno online, perche’ penso che il troppo alla fine stroppi. Dopo esserci stato una quindicina di volte negli ultimi 2 anni ed averne assaggiato ogni piatto, sono giunto alla conclusione che nonostante frequenti ristoranti, piu’ famosi, piu’ “gommati”, questo rimane, per la sua tipologia il migliore della zona. Competenza, qualita’ delle materie prime, serieta’ professionale, disponibilita’ al dialogo (quando possono), carta dei vini, EDUCAZIONE E CORTESIA, servizio impeccabile ne fanno un locale meraviglioso. Io mi sento a casa. Il conto finale non lo ricordo, ma ridicolo in proporzione a tutto questo ben di Dio. Provate e mi direte. Prenotate con largo anticipo anche per pranzo.
Trattoria Ai Due Platani
Strada Budellungo, 104 –
43100 Coloreto (PR)
Tel:0521 645626
Chiuso: Lunedì sera e Martedì
Testo: Massimo Barbolini
Foto: Luca Acerbi
Nota di colore: Tornando verso casa sulla Via Emilia ho notato la presenza di Signorine alquanto indaffarate on the road. Circa un centinaio tra Parma e Reggio. Qualcuno predica bene ma razzola malissimo.
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