Bisognerebbe essere capaci di trasmettere con le parole quello che si prova a sedere a tavoli cosi’ storicamente pesanti. Alle pareti disegni di Fellini, mosaici, stufe realizzate da o con la supervisione di Tonino Guerra, tutto trasuda palesemente l’ orgoglio romagnolo. L’educazione e la gentilezza delle ” maestranze ” e’ cosa d’altri tempi. Per motivi geriatrici alle 19.10 siamo all’ingresso e ho perso il conto dei ” buonasera ” e ” benvenuti ” che ci investono da ogni angolo del locale. Locale appunto, gia’ dall’ ingresso mette i brividi; rezdore al lavoro, quella ai salumi, quella alle piade, quella alla sfoglia, quella che ci accompagna al tavolo, tutto fatto con religiosa semplicita’ e gioia. Sei condizionato nell’umore come respiri l’aria di questo Ristorante.
Osteria la Sangiovesa – Santarcangelo di Romagna –
Gia’ lo devo scrivere, ho provato un leggerissimo tuffo al cuore entrando. Il ristorante di mia nonna era cosi’ e adesso non c’e’ piu’, bisogna farsene una ragione..Il tavolo e’ nel Salone Montefeltro proprio di fianco al dipinto Felliniano. Sara’ perche’ ho prenotato con largo anticipo che gentilmente ci hanno concesso questo onore. Non stupitevi se nell’arco della cena, orde di turisti/commensali passano al vostro fianco per fotografare, e’ la regola.
Dall’ampia carta delle vivande scegliamo: Salumi di romagna stagionati, frittatine miste, squacquerone con rucola e fichi caramellati, sottoli di stagione fatti in casa, il tutto accompagnato dalla fantastica piadina personalizzata. L’abbinamento vinicolo e’ piu’ locale che si puo’, siamo nella terra del sangiovese e ne scelgo uno non proprio della zona ma che si dimostra adattissimo al riguardo, il sangiovese Fermavento 2007 di Giovanna Madonia. Gli antipasti confermano le premesse, ogni piatto e’ ben preparato, magari non sono difficilissimi da fare, bonus per i sottoli davvero eccezionali e per lo squacquerone, ottime le frittatine, unica nota non all’altezza il salame.
Ma ci sara’ sicuramente il tempo per dimenticarselo. Come pietanze seguono, Gnocchetti di ricotta con crema di formaggio di Fossa pecorino dop di Sogliano, asparagi novelli e salsa di olive di Torriana , strozzapreti alla farina biologica con pomodoro fresco, stridoli, scaglie di pecorino di Montefiore Conca,due porzioni di Coppa di mora romagnola cotta a bassa temperatura con pure’ di patate, salsiccia artigianale della Macelleria Amici alla griglia con cipolla bianca di Santarcangelo e erbette saltate. Ogni piatto ha la sua identita’, nessuna divagazione verso
cucine fuori dal territorio ed e’ giusto cosi’. Con questa materia prima non puoi fare altro, la terra ti ha dato tutta questa magnificentia e tu non devi fare altro che cuocerla nel piu’ semplice dei modi e presentarla cosi’ come e’. Perche’ tutto il resto sarebbe un artificio. La salsiccia ai ferri per esempio, detta cosi’ sembrerebbe un piatto da mensa Cir, ma provate ad assaggiarla e mi saprete dire. Come la Coppa, forse la migliore mai mangiata nella mia vita. Cosi’ buona la ricordo solo nella citta’ dei sette re dal bavarese al settimo piano dell’ Hilton. Una fragranza e morbidezza di carne indescrivibile, buono anche il pure’.
Le paste a quanto dicono i coniugi Bagni sono all’altezza, il filo logico della semplicita’ continua anche qui senza scomodare nessun paragone con grande equilibrio gustativo. Il vino accompagna senza fare a sportellate, deve fare da gregario nella terra di grandi sfortunatissimi Campioni del pedale, non e’ la sua giornata, comunque si destreggia alla grande. Ottima tra l’altro anche l’acqua, soprattutto quella con le bolle. Come sempre in questi casi il tempo e’ tiranno e vola, arriviamo al dolce, scegliamo una specie di Cheese Cake fatta con squacquerone e amarene, ottima direi, mi fido dei commensali. Qui c’e’ stato un piccolo errore di comanda ma non essendo ispettore, ma semplice appassionato, ci posso tranquillamente passare sopra. Chiudiamo con 4 caffe’, un liquore alle prugne selvatiche (devastantemente buono) e una grappa di sangiovese ahime’ fredda da frigo.
Il conto e’ stato di 149.00 da dividere per 4 persone. Appena piu’ di 37 euri a persona. Direi equo. Motivo in piu’ per tornarci, superbonus per la cordialita’ e gentilezza del personale. Perche’ io ci guardo. Qui in zona c’e’ un molto piu’ noto ristorante, che non e’ Teverini, che ambisce a palcoscienici molto piu’ noti dove pero’ io mi sono trovato malissimo dal punto di vista umano e non ci tornero’ mai piu’, manco gratis.
Siamo stati veramente bene. Tradizione e concretezza nei piatti non mancano. la cittadina e’ meravigliosa, perdete un paio d’ore a visitarla, peccato che la Rocca sia chiusa per tutto il 2010, pero’ c’e’ il Museo del Bottone.Si assomigliano tutti questi paesini, vedi il meraviglioso San Leo un po’ piu’ lontano, pur avendo un’ identita’ diversa, sempre romagnola.
Non mi stanchero’ mai di dire che dalle nostre parti e’ quasi impossibile trovare Osterie del genere. Tutto preparato con amore, passione e cura maniacale. Servizio preciso e impeccabile. Tra l’altro esiste anche una Sangiovesa a Rimini, prossima tappa inevitabile. Grande esperienza.
Massimo Barbolini
sono le 8:48 e mi è già venuta super fame …!
Vedi tu, se lo avessi sotto casa diventerei una piadina umana…
non concordo ma lo stesso..
evita quella al mare
salut
E ci mancherebbe fossimo tutti concordi.