Rimani basito, non trovo altri termini. Una sola delusione, totale, il Gavarini Chiniera 2005 di Elio Grasso, stanco, tanto, una sensazione olfattiva davvero sgradevole con punte quasi di frutta rifermentata, bocca altrettanto morta, peccato. Un pelo meglio il Carobric 2006 di Paolo Scavino, salvato da note di tabacco nitide e molto accattivanti al naso ed una microscopica eleganza che non tarderà ad arrivare. Gli altri tre tutti su livelli gia’ ora straordinari. A cominciare dal vincitore incontrastato, il Bricco Ambrogio 2006 di Paolo Scavino. Maestoso Barolo con note di ribes, sottobosco, mora, spezie in genere e una presenza costante di pepe. Esplosione gustativa eccezionale, lungo quasi infinito, grande vino. Poco piu’ sotto, quasi a pari merito, il Ginestra Casa Matè 2005 di Elio Grasso e il Barolo 2006 di Paolo Scavino, il primo quasi perfetto già adesso certamente il più pronto di tutti. Il secondo dominato da una eleganza gustativa che gli altri ancora non hanno. Vini indubbiamente non alla portata economica di tutti ma ogni tanto lo si può fare. Lo si deve fare.
Massimo Barbolini
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