Arrivare a Dinan nel nord della Bretagna ti riporta indietro di circa 500 anni. Il piccolo centro bretone e’ per la maggior parte rimasto in stile medievale, affacciato sul fiume Rance nel Dipartimento della Cotes d’ Armor genera sentimenti di rilassatezza, riposo e soprattutto fame. Oltre a questo e’ anche segnalato come centro gastronomico importante per la Bretagna da tante guide, soprattutto francesi e uno dei posti piu’ acclamati e’ Les 3 Lunes dove si cimenta ai fornelli lo chef Thierry Teffaine. Non mi e’ dato sapere se questo Signore abbia un curriculum stellato o pullulante di esperienze transcontinentali, ma l’impatto col ristorante e sala da The e’ a prima vista incantevole.
Non avendo prenotato incrociamo le dita. La solita fortuna vacanziera fa si’ che ci sia solo un tavolo libero e in men che non si dica ce lo accaparriamo subito. Una volta accomodati ci vengono dati i menu’ che come al solito sono molto chiari e propongono varie “Formule” una delle quali a 23 euro a persona con tre portate, che scende a 15.50 a pranzo. Prezzi direi mai visti dalle nostre parti, merito probabilmente del ribasso dal 10 al 5.5% dell iva sui pasti e pure dell’ onesta’ dei ristoratori che hanno subito preso al balzo la palla, ma non sta a me parlare di politica.
Intelligente anche la carta dei vini, con pagine che recitano cosi’: ” meno di 20 euro “, ” tra i 20 e i 25, insomma ce ne e’ per tutte le tasche. Scelgo un discreto Cabernet Franc della zona, nulla piu’. Per quanto riguarda le pietanze il benvenuto e’ stato una buona crema fresca di pomodoro al basilico, seguito da un cuore di lattuga con avocado, prosciutto iberico, pomodori confit, funghi del mercato piu’ un’ encomiabile piatto di
escargots con verdure a vapore, funghi fritti e due scaloppe di foie gras. Direi che la qualita’ dei prodotti e’ davvero da Cesar! Le cotture sono perfette. Le mie lumache sono quasi croccanti, il foie gras e’ grasso, dolce e cremoso, l’insalata e’ piu’ fresca che non si puo’.
Inizio col botto, ma c’era d’aspettarselo, le facce dei commensali tradivano gia’ dall’inizio una goduria gustativa fuori dai canoni. Anche i tempi di comanda sono all’altezza del posto. Piccola attesa e ci vengono servite le seconde pietanze. Filetto di Bue, scaloppa di foie gras, spiedini di verdura, crema di carote, funghi arrosto e sigaro al sugo ristretto e’ la prima apoteosi, favoloso, non aggiungo altro.
Il capolavoro, piatto del viaggio sicuramente se non quasi’ gia’ dell’ anno e’ stato l’ Agnello fume’ con verdure di stagione e pomme de terre. Memorabile, cotto in rosa con qualche spizzico di erba cipollina, sugo eccezionale, carne cotta a puntino e 8 costolette spesse un dito.
Da gustarselo pezzo per pezzo, quasi succulento. Scarpetta dovuta. L’ esaltazione per questo piatto ha fatto passare in secondo piano la presentazione del filetto. Vorrei farvi notare il ” recipiente ” del ristretto di bue, messo all’interno di un contenitore da sigaro e le verdure conficcate nella forchetta. Gode anche la vista.
Ovviamente e’ stato tutto divorato senza la ben che minima esitazione. Indubbiamente la vacanza incide, ma i piatti mi sono sembrati fatti tutti quanti in modo passionale ed artigianale con materia prima da urlo. Altro capitolo riguarda la grandezza delle porzioni, in alcuni casi forse esagerate. Due persone normali credo che si sarebbero saziate con solo un piatto. ma noi siamo dipendenti dalla gastronomia di questo livello :-).
Le conclusioni sono ovvie. Grande cena in tutto e per tutto, conto compreso (100 euri in due). Mi ripeto, il fatto di essere rilassati dopo mesi di duro lavoro rende tutto molto piu’ fiabesco e idilliaco, ma quando la mano di uno chef c’e’, il risultato si sente sempre, spesso positivamente, anche in questo angolo semisperduto della Francia.
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