Avevo grandi aspettative da questo viaggio e non sono rimasto deluso, anzi. Quando si parla di Loira tanti si riempiono la bocca di parole senza senso, sentite anche con le mie orecchie; ” la Loira e’ solo Joly “, ” ma perche’ andate a Saumur e non fate la zona del Sancerre “, ” il Pouilly fumè e’ la storia della Francia “, tutti luoghi comuni regolarmente smentiti dagli assaggi in loco e sapete perchè? Perche’ chi dice queste castronerie parla dalla scrivania di degustazione senza mai aver visto dal vivo come lavorano questi contadini o magari ancor peggio non ha mai assaggiato nulla di questa meravigliosa zona.
La prima tappa e’ stata Saumur con la visita all’ azienda di Thierry Germain produttore Biodinamico e Biologico a nome Domaine des Roches Neuves, esclusivamente Chenin Blanc e Cabernet Franc, che probabilmente conoscerete dato che viene venduta in Italia attraverso quello stupendo importatore che e’ ” Les Caves De Pyrene “. L’ inizio della visita e’ stato completamente dedicato alla visione dei vigneti, raggiunti in pulmino perche’ non sono adiacenti alla cantina, suddivisi come in Borgogna da tanti bei muretti che definiscono i Clos. Stupefacenti i due appezzamenti dedicati al Piede Franco e alla vigna di 106 anni: entrambi a bacca rossa, entrambi Cabernet Franc con terra argillosa, tufo e tanto calcare. Tutti i passaggi in vigna vengono fatti seguendo le lune e le stagionalità della terra, senza nessun intervento chimico e ne consegue che anche in fase di pressatura, per tutti i rossi, ma in percentuali diverse, ci si metta tutto quanto il grappolo graspe comprese. Non essendo un tecnico ma solo un semplice degustatore non posso dirvi se tutto questo lavoro viene rigorosamente rispettato e poi lo si trova nel vino, vi posso pero’ assicurare che le caratteristiche organolettiche dei nostri Cabernet Franc qui non ci sono. Inoltre vi confermo che piu’ biologica e biodinamica ( pulitissima ) di cosi’ la cantina sotterranea dove maturano i vini, già, non puo’ essere: muffa dappertutto, soprattutto sui muri di tufo e anche in parte sulle botti, mai vista una cosa del genere in nessuna azienda italiana; singolare anche il fatto che alzando la testa si vedano le radici delle vigne dove 10 minuti prima ci avete appoggiato i piedi camminando. Dicevo delle caratteristiche oragnolettiche dei rossi, dei bianchi nella prossima parte, che qui ho trovato nettamente piu’ fruttate. Violetta, prugna, mora, ribes, qualche accenno di cedro, a volte albicocca e susina, bouquet intriganti su quasi tutti gli assaggi. Vini comunque mai maturi, tutti in splendida evoluzione con tenori alcolici gradevolissimi e beva straordinaria. Già, a me colpisce sempre in quasi tutti i vini francesi che ho degustato la straordinaria piacevolezza che emanano e l’ invito a finire la bottiglia; ho pero’ dimenticato di dirvi gli assaggi, in varie annate : la scala dei rossi e’ più o meno questa: ” Domaine ” vino a 7.95€ in enoteca, ” Terre Chaudes ” sui 17€ , ” La Marginale ” 30€ , ” Franc de Pied “30€. Chi ben comincia e’ di solito a metà dell’ opera, ma c’e’ stato molto di piu’, ma molto di piu’……
Fine prima parte
Massimo Barbolini
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